"cui prodest scelus, is fecit",
http://coc.ilcannocchiale.it/2008/06/07/cu...s_is_fecit.htmlLa locuzione latina cui prodest? (lett. "a chi giova?") deriva dalle parole pronunciate da Medea nell'omonima tragedia di Seneca. Ai versi 500-501 ella afferma: "cui prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto".
Il concetto espresso da Medea è alla base di ogni ricerca investigativa: la scoperta di un possibile movente favorisce anche la scoperta del colpevole, o comunque limita il numero dei sospettati.
Ma anche nella vita di ogni giorno, domandarsi sempre "cui prodest?" - altrimenti reso con "Cui bono?" -
aiuta a rintracciare i fini ultimi e i reali interessi che leggi, decreti o semplici decisioni (o tentativi goffi e pacchiani di far apparire che le vendite che ci riguardano procedano regolarmente*)nascondono, al di là degli alti ideali che sembrano proporsi e garantire ...http://it.wikipedia.org/wiki/Cui_prodest%3FLa locuzione latina cui prodest? (lett. "a chi giova?"), a volte resa anche come cui bono? ("chi ne beneficia?") deriva dalle parole pronunciate da Medea nell'omonima tragedia di Seneca.
Ai versi 500-501 ella afferma: "cui prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto".
Il concetto viene applicato nella ricerca investigativa: la scoperta di un possibile movente costituisce un indizio nella ricerca del colpevole. La frase viene spesso impiegata nei commenti di decisioni politiche.
*nota dell'amministratore
Questo si concretizza riportando la cronaca di cosa avviene senza alcuna contestualizzazione tra previsione ed accadimento, non rispondendo alle domande scomode, deviando l'attenzione e minimizzando fatti importanti ed altro per cui
la domanda da porsi è "cui prodest ?" e/o "cui bono?"Potremmo domandarci cui prodest? o cui bono? relativamente a coloro che seguitano a lubrificare le dismissioni (sindacati ed inquilini nei vari complessi ) trasformatisi in promoter immobiliari e mediatori creditizi)?
